Stiamo assistendo un nuovo tipo di umanesimo. In un periodo caratterizzato da una continua ‘ondata’ di miglioramenti tecnologici, l’idea più antica di persona è di nuovo pronta per essere considerata un punto focale concreto. Anche i più ortodossi “tech-fun” possono facilmente comprendere l’importanza di inserire ogni relazione naturale e diretta all’interno di un mondo spesso costituito da silicio e atomi di informazione intangibili.
Sono anche un ingegnere e certamente non cercherò di nascondere il mio “amore” per qualsiasi tecnologia. Tuttavia, sto anche osservando la crescita impressionante dei social network e l’unica ragione plausibile che mi viene in mente è quella di un approccio diverso alla diffusione della tecnologia. Non si tratta di un prodotto da studiare, personalizzare e infine utilizzare, ma piuttosto di un servizio ‘forgiato’ sulle esigenze reali e, soprattutto, totalmente orientato all’uomo.
Diversi autori (come J. Rifkin) hanno scritto libri e articoli su questo fenomeno, ma è piuttosto difficile percepire la sua enorme forza senza una sosta… Sì, una vera e propria sosta del flusso vitale: pensa alla tua vita di vent’anni fa senza alcun riferimento al tuo modo attuale di affrontare ogni situazione, poi confronta queste due realtà, e il paradosso più strano è che una tendenza “temuta” verso un mondo controllato dalle macchine sta invece entrando in una nuova “rivoluzione” umana guidata dalla tecnologia stessa!
Foto dell’Agenzia di traduzione Transly
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