Parole smorte, inutili silenzi

Parole smorte, inutili silenzi. Talvolta il fruscio del vento pare voler raccontare storie. Anziano, stremato dall’artrite, pensa ancora che possa raccontare la saggezza, e parla di passati, di fame, di miseria, di guerra e di armistizi. Parla ricco solo della sua misera pochezza. Quanto è inutile esser vecchi?

Quanto è superfluo aver visitato il mondo… Aver mangiato da un grande pentolone, aver tagliato in due una sigaretta! Quant’è inutile tutte quest’esperienza, se poi ad ogni istante ci si ritrova al punto di partenza? Se il saggio è solo colui che sa di non sapere, invece di fissare le sue mani da dio, troppo spesso giunte solo per pregare.

Che le preghiere muoiano prima del mio corpo d’uomo! E non provate neanche a piangere sul feretro, perchè esso è vuoto! I morti sono per gli stolti, affinché possano sprecare fiato il due novembre. Per me resta la notte, lunga, immensa, che degli anni si fa solo beffe. Pregate per i cani! Loro ne hanno decisamente più bisogno!

Parole smorte, inutili silenzi. Le memorie di chi riflette sull'indottrinamento

Mia madre voleva farsi suora.
Alla fine, chissà perché, scelse d’esser profana.
Forse non trovò più la vocazione,
forse rilesse meglio quei testi così inumani,
o forse, magari, la legge della noia
la tromortì molto più delle smorte lagne
d’un vecchio prete senza sesso,
finito in seminario solo per estrema povertà.
Mia madre voleva farsi suora,
e nell’anagrafe del paradiso,
il mio nome non fu mai in ordine alfabetico,
come quando in prima media,
aggiunto in seguito alla classe dei migliori,
tutti, ignari di quel torto,
mi chiedevano stupiti,
perché la Z venisse prima della B.
E io,
fingevo d’ignorare.


Depositata per la tutela legale presso Patamu: certificato


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