Ringrazio

Ringrazio la natura e le emozioni che mi hanno permesso di trovare pace e consapevolezza, escludendo chi ha contribuito solo con indifferenza e ipocrisia.

Ringrazio gli alberi, perché d’estate, quando il sole è sprezzante e chiama a sé ogni sguardo, allargano le braccia e donano a me il silenzio e a lui un insaziabile groviglio si schiamazzi.

Ringrazio i sassi schiacciati da milioni di passi: mai mi hanno fatto pesare l’inutilità del mio camminare.

Ringrazio la notte, dolce signora dai capelli corvini: tra le sue braccia, bianche di candida passione, ha lasciato che i ricordi si spegnessero e che la stanchezza dimenticasse d’essere un atroce tormento.

Ringrazio le nuvole, che hanno attratto i miei sguardi tra le sinuose spire delle loro danze.

Ringrazio l’inutilità dell’apparire, denigrata, colpita a morte decine e decine di volte: il suo volere, inarrestabile, era benigno, come il canto della madre che mai porrà fine ai dolori del figlio.

Ringrazio la rabbia, perché mi ha fatto svegliare: non è forse Giuda il più santo tra i santi?

Non ringrazio il silenzio costruito pezzo dopo pezzo, pescando qua e là, nelle scatole dell’indifferenza e dell’ipocrisia.

Ringrazio chi ha applaudito dal fondo della sala: la prima fila, luogo di sacre figure, è stato per me solo un coacervo di voci indistinte, di graffi sui vetri, di volgare banalità. Di nulla.


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