Elogio dell’assenzio

Assenzio: la fata verde

Assenzio, goccia su goccia, in un mare di smeraldo dove ogni velleità annega. Goccia su goccia, in un lento discendere verso un inferno che apre le sue braccia e stringe a sé, in un abbraccio di seducente lussuria.

Goccia su goccia, nell’attesa che si fa infinito e quindi millimetrica distanza. E le tua labbra, che fremono e si mordono, già splendono nel brillante lucore di una fiamma senza fuoco.

La fata verde ride, sfiora il contorno sbiadito della mia anima di carbone e m’inghiotte, nel ventre di una notte sazia di stelle.

L’estasi avanza, lenta come la nebbia di Febbraio, scivola sin nel profondo delle mie viscere, risveglia i calori sopiti e lascia rinascere ciò che i roghi spensero in un disperato silenzio. Vieni fata verde! Incedi come una dea e specchiati nei miei occhi ebbri di follia!

Goccia su goccia, in un inverno che ansima di graffiante voluttà!


Considerazioni storico-artistiche sull’assenzio

L’assenzio, bevanda misteriosa e accattivante, occupava un posto di rilievo nella vita dei poeti maledetti delle epoche passate. Conosciuto per la sua tonalità smeraldo e i potenti sapori di erbe, questo famigerato spirito alcolico ha alimentato la creatività e le anime torturate di molti artisti famosi.

Originario della Svizzera alla fine del XVIII secolo, l’assenzio ha guadagnato popolarità, in particolare tra le comunità bohémien d’Europa. Poeti e artisti furono attratti dalle sue proprietà uniche e dal fascino mitico che lo circondava. L’inebriante combinazione di assenzio, anice e finocchio ha fornito un’esperienza sensoriale come nessun’altra, dipingendo il loro mondo con colori vibranti e aprendo le porte alla loro immaginazione.

Sotto l’influenza dell’assenzio, poeti e artisti sperimentavano uno stato di percezione elevato, che consentiva loro di approfondire i loro pensieri ed emozioni più intimi. La bevanda è diventata un catalizzatore di ispirazione, incitando una prosa appassionata e opere d’arte evocative. Molte figure iconiche, tra cui Charles Baudelaire, Arthur Rimbaud e Vincent van Gogh, erano note per prendere parte a questo elisir proibito, trovando conforto e ispirazione nelle sue incantevoli profondità.

Van Gogh e Baudelaire, due assidui consumatori di assenzio, ritratti in un dipinto murale
Van Gogh e Baudelaire ritratti in un dipinto murale

Tuttavia, il fascino dell’assenzio aveva un prezzo. Il suo alto contenuto di alcol e la presenza di tujone, un composto chimico presente nell’assenzio, provocavano allucinazioni e comportamenti irregolari. Man mano che cresceva la notorietà della bevanda, aumentavano anche le controversie sul suo consumo. Sia i governi che i cittadini preoccupati ne hanno chiesto il divieto, citando i presunti effetti dannosi della bevanda sulla salute mentale.

Nonostante la sua storia tumultuosa, l’assenzio rimane un intrigante simbolo di ribellione artistica e creatività. Oggi il suo consumo è regolamentato e i poeti e gli artisti un tempo maledetti che si abbandonarono al suo fascino sono ricordati per il loro contributo al mondo artistico. L’assenzio continua ad affascinare l’immaginazione, sussurrando promesse di ispirazione e trascendenza artistica a coloro che desiderano esplorare il suo fascino proibito.


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