Ogni giorno barro una casella del calendario. Non per segnare un giorno trascorso o per lasciarmi cullare dalla malinconia del passato. Barro una casella per ogni certezza che man mano è venuta meno o, se si vuole porre la questione in positivo, per un nuovo dubbio che ha fatto ingresso nella mia vita.
Mi piace Rodin (1840 – 1917), lo ammetto. La sua Porta dell’Inferno è molto più paradisiaca di parecchi portoni ecclesiastici, ma più d’ogni altra cosa, mi lascio esaltare dalla piccola statuina del dubbio posta in cima ad essa.
Dubito ergo sum? Perchè no! Tra le forme di pensiero, il dubbio è certamente una delle più nobili. Affascinante come una donna che non indossa alcun orpello e che non concepisce neppure l’idea dello scandalo. Anche se, ovviamente, di scandalo si tratta!
Pensate ad una certezza, edificata come un bastione immenso e buttata giù da una carica di tritolo. “Che spreco!” potreste pensare. E già, lo sarebbe senz’altro se l’evoluzione interiore fosse il frutto di una somma algebrica, ma per fortuna la situazione è ben diversa. Drammaticamente diversa, scandalosamente diversa!
Quanti passi in avanti ho compiuto per poi accorgermi che erano solo l’avvisaglia di una stasi, se non addirittura di una regressione. E quanti salti nel vuoto, quanti tuffi negli abissi più impervi e inospitali e quanto dolore ho cercato con una dedizione quasi maniacale!
Masochismo? Chissà… Ma sinceramente, per il momento, non m’interessa appurarlo. Preferisco pensare che Newton abbia visto più lontano di quanto s’immagini e che, se ad un’azione corrisponde una reazione, anche la morte deve essere l’inizio di qualcosa. Ma la strada è lunga e se mi aggrappassi ad una qualsivoglia certezza, commetterei di certo un errore grossolano e mi contraddirei. Quindi, che venga il dubbio, luminoso e accecante! E se poi, si dovrà attraversare anche la Porta dell’Inferno, ebbene, forse sarò pronto. Altrimenti, anche le fiamme potranno attendere!