Non c’è tempo

Rappresentazione astratta di un mondo dove il tempo sembra essersi fermato

Non c’è tempo,
ormai
tra le vecchie case diroccate.

Ove occhi immensamente silenziosi
osservano morendo
i contorni eterni del disastro.

Ove i cocci d’una guerra in cartolina
si sminuzzano atterriti,
al passo funebre di marcia
d’un sinistro battaglione di libellule.

Non c’è tempo,
ormai
sul sinuoso sentiero della croce.

Ove una folla di passanti,
attratti dal secco pennacchio d’una guida,
si trascinano avviliti,
chiedendo in giro come scolari,
se mai ci sarà dove sedersi
al termine di quella lugubre sfilata.
(Inutile spauracchio:
c’è sempre da sedersi tra gli astanti d’un supplizio…)

Non c’è tempo,
ormai
lungo l’autostrada di stanotte.

Ove gli spettri dei motociclisti,
(tra una foto stampata sopra il marmo
e un mazzo di fiordalisi accartocciati),
giacciono fissati ai pali della luce,
immolati senza rimorso
come mosche in agonia su un parabrezza.

Non c’è tempo,
ormai,
tra le nuvole scoscese e coralline.

Ove un’immagine (impaziente) è oggi trasbordata
verso l’insulsa immensità dell’universo.

Ogni timore è vano,
adesso,
tra i lapilli raffreddati,
o mentre un pesce si contorce,
(fiero del suo spirare),
soffocando sul bagnasciuga.

Ogni timore è vano,
adesso,
e piangere sollazza il dionisiaco spirito
quasi come un amplesso di prima gioventù.

Ogni timore è vano,
adesso…
…nelle viscere della sabbia,
un’illusione può (forse) porre fine
all’eterna narcosi di Dio.


Depositata per la tutela legale presso Patamu: certificato


Breve nota sulla “lontananza” di Dio

Nel corso della storia, vari pensatori e teologi hanno riflettuto sulla distanza di Dio dall’umanità e sul ruolo dell’intervento divino nelle tragedie umane. Nella Bibbia si possono trovare diverse prospettive su questo argomento. Alcuni studiosi sottolineano la trascendenza di Dio, evidenziando il Suo potere supremo e la Sua sovranità su tutta la creazione. Sostengono che la distanza di Dio dalla sofferenza dell’uomo è un aspetto necessario della Sua natura, poiché i limiti umani ci impediscono di comprendere pienamente le Sue vie.

Lo svolgersi di eventi catastrofici
Ogniqualvolta l’uomo si ritrova di fronte a ogni forma di disastro o catastrofe, si domanda sul perchè il Dio “padre” del cristianesimo sia così lontano e indifferente, mettendo in relazione la figura divina dell’Antico Testamento, fin troppo presente e “antropologizzata” (negli aspetti più simili alle debolezze degli dei pagani), con quella neotestamentaria, immensamente distante, ma, nel contempo, per bocca di Gesù Cristo, così vicina da essersi fatta uomo (cfr. “Chi vede me, vede il Padre”).

Altri, invece, si concentrano sull’immanenza di Dio, sottolineando la sua presenza e vicinanza all’umanità. Credono che Dio sia intimamente coinvolto nella vita degli individui, offrendo conforto e guida durante i momenti di prova e di sofferenza. Libri come Giobbe e Salmi nella Bibbia esplorano le complessità del rapporto di Dio con la Sua creazione, mostrando le tensioni tra la Sua trascendenza e la Sua immanenza. In definitiva, la questione della distanza di Dio dall’uomo e dalle sue tragedie rimane un mistero profondo che continua ad incuriosire pensatori di diverse culture e credenze.


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