“Lo scrivi ma poi mi lasci sola…”,
“Bel modo di dimostrarlo!”
…
Il mio paradiso non è tra alberi o montagne,
né tra laghi o falsi testamenti d’eterna fedeltà.
Il mio paradiso è in fondo al mare,
sepolto,
stanco,
incendiato d’amarezza.
Il mio paradiso non si vergogna,
ormai,
d’esser figlio dell’inferno.
…
Oltre le siepi macchiate d’orizzonte,
l’azzurro è verde,
e il verde, gaudente come un bimbo,
si getta oltre l’azzurro
per essere sempre e solo uno.
…
Il mio paradiso piange,
qui,
(giammai stanco di ricordarlo),
accanto a me,
in piedi,
sul ciglio corrugato
d’una notte
inesplicabilmente lunga.
Depositata per la tutela legale presso Patamu: certificato
Breve nota sulla noia esistenziale
La noia esistenziale è un profondo senso di vuoto e disconnessione che nasce dalla mancanza di significato o scopo nella propria vita. È un profondo sentimento di noia e apatia nei confronti dell’esistenza, che spesso porta gli individui a mettere in discussione il significato delle loro azioni e del mondo che li circonda. Il filosofo francese Jean-Paul Sartre ha esplorato il concetto di noia esistenziale nelle sue opere, in particolare in “L’Essere e il Nulla“. Sartre credeva che la noia fosse un aspetto fondamentale della coscienza umana, derivante dal nostro innato desiderio di significato e scopo in un mondo apparentemente indifferente.
Da un punto di vista psicologico, la noia esistenziale può portare a sentimenti di ansia, disperazione e alienazione. Può spingere gli individui a confrontarsi con il vuoto esistenziale e l’intrinseca mancanza di significato della vita, costringendoli a cimentarsi con le questioni fondamentali dell’esistenza. Abbracciando questa noia, Sartre sosteneva che gli individui potevano trovare una forma di libertà, poiché rivelava la necessità di creare il proprio significato e i propri valori in un mondo privo di significato intrinseco.
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