Volti di noia studiano le mie fattezze.
Inutilmente tersi
i cieli oltre le pupille
e spenti,
ormai,
i lampioni che impallidiscono al mattino.
Mi domando,
con l’insistenza d’un moscerino,
se il Dio dei giorni stanchi
viva anch’egli la sua noia.
E magari,
tra un diluvio
e l’implorare d’una vecchia,
s’addormenti,
sperando di svegliarsi
ubriaco di pudico torpore.
…
«Risvegliate la mia noia,
oh masse deliranti,
urlando flebili sussurri
di follia!»
Depositata per la tutula legale presso Patamu: certificato
Brevi considerazioni sulla noia esistenziale
La noia esistenziale, nota anche come ennui, è un concetto profondo che è stato ampiamente esplorato da rinomati filosofi come Jean-Paul Sartre. Questa nozione filosofica approfondisce il sentimento di vacuità, insensatezza e disconnessione che gli individui sperimentano di fronte alle incertezze e alle assurdità intrinseche dell’esistenza.
Sartre credeva che la noia esistenziale nasca dallo scontro tra il nostro innato desiderio di significato e la dura realtà di un mondo che spesso sembra indifferente e privo di scopo.
Secondo Sartre, la noia non è semplicemente un sentimento passeggero di noia, ma un’angoscia esistenziale profondamente radicata che deriva dalla stessa, inevitabile condizione umana.
Questo profondo senso di insoddisfazione può portare gli individui a mettere in discussione il significato della propria vita e le scelte che fanno, spingendo infine alla ricerca di autenticità e scopo in un mondo apparentemente caotico e assurdo.
In sostanza, la noia esistenziale serve come un toccante promemoria della nostra libertà fondamentale e responsabilità di creare significato in un mondo che spesso può sembrare disorientante e incerto.
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