Patti col diavolo? L’anima è inflazionata!

Visto che è Pasqua e che di essere convenzionale proprio non mi va, ho deciso di spendere qualche parola su un argomento che il senso comune situa agli antipodi di quanto generalmente si ripete in questi giorni. Mi riferisco alla pratica (decisamente impregnata di fascino) di stipulare patti con il diavolo (la cui transazione implicava la cessione della propria anima) che personaggi di tutte le epoche hanno, più o meno proficuamente, deciso di adottare. Adesso, a parte il fatto che il problema è ben più grosso di quanto si possa inizialmente immaginare, resta sempre aperta la questione della riuscita, ovvero di quanto l’uomo sia effettivamente in grado, non soltanto di onorare le clausole imposte, ma soprattutto di godere dei benefici posti in controvalore con la sua anima.

Un musicista che fa un patto col diavolo: la sua anima in cambio del virtuosismo.

Transazioni col diavolo: “Tira fuori l’anima!”

Il guaio inizia puntualmente con proprio con quest’ultimo oggetto di scambio: esiste e se ne ha davvero il possesso? E poi, cosa (qui sarebbe d’obbligo inserire il rafforzativo “diavolo”) se ne fa il diavolo? Ha bisogno di servitori a basso salario? Ne dubito… E allora? Forse è solo un capriccio per togliere adepti al suo acerrimo nemico? Ma se fosse così, la politica potrebbe essere un’eccellente palestra (cosa non da escludere affatto). La verità è che tutto il patto si fonda proprio sul non-senso dello scambio, ovvero sull’ipotesi (utopica) che esista un’escamotage per sovvertire la realtà attraverso se stessa. Ricordate il gatto nero nel film Matrix? Esso rende perfettamente l’idea: un patto col diavolo è reso possibile proprio perché esistono delle “falle” che pongono a confronto il “reale” con il “possibile” inteso nella sua accezione priva di limiti costituzionali.

Le cose si complicano

Insomma, questi patti non sono per niente semplici nemmeno da redigere e spesso sono perfino svantaggiosi. Qualcuno potrà giustamente obiettare che il comune meccanismo dei finanziamenti ai privati non sia da meno e, in tal senso, non posso che assentire senza riserve. Ma se consideriamo la storia dei più famosi firmatari, non possiamo che concludere che l’eccesso di possibilità ottenuto in cambio dei 21 grammi di vitalità sia fuori dalla portata di ogni comune mortale! Lasciamo da parte Faust o Dorian Gray e pensiamo ad un personaggio come Robert Johnson. Non desidero affatto urtare la sensibilità degli amanti del blues genuino, ma Mozart, Bach, Beethoven, i Beetles, i Rolling Stones, Madonna, Micheal Jackson, a prescindere dal loro intrinseco valore, hanno ottenuto un riconoscimento ben più imponente della (misera) fama del chitarrista del Mississippi! E, cosa ben più grave, hanno conservato la loro anima intonsa e pronta per l’ultimo viaggio.

Le regole del diavolo sono dannatamente criptiche!

Ovviamente, a questo punto, l’unica ipotesi ancora in piedi, è che lo scambio non sia mai avvenuto secondo i termini. E’ forse accaduto che Lucifero, ligio al dovere e rispettoso delle regole, dopo aver terminato la stretta di mano, si sia sempre accorto che il gioco non è valso la candela? Che quegli striminziti 21 grammi siano solo fumosi residui di un corpo in decomposizione? Alla luce dei fatti, l’ipotesi diventi quantomai probabile e, certamente, la “sola” al demonio non può che scatenare un genuino contraddittorio secondo solo ai procedimenti legali che gli uomini sanno mettere in piedi!

In tutto questo discorso (senza dubbio bislacco), ho momentaneamente escluso la possibilità che l’intero patto sia stipulato tra controparti che coesistono all’interno dello stesso individuo. Jung parlerebbe di Ombra e, in fin dei conti, la sua integrazione non rappresenta forse il più sublime e regolamentato contratto di mutuo soccorso che il candido ego può stipulare con un substrato reietto ma pur sempre suo? Non credo che ci possano essere dubbi sul fatto che l’oggetto in questione sia proprio l’anima (non nel senso strettamente junghiano) e che i benefici, benché sempre subordinati ad una realtà imprescindibile, siano certamente più tangibili e, soprattutto, fruibili di qualsiasi altra stipula che la fantasia degli autori ha supposto possibile.

Conclusioni

Dunque, se desiderate fare un patto col diavolo, tentate pure, ma, se non prestate alcuna attenzione agli interminabili carteggi che banche, assicurazioni e fornitori vari di servizi vi pongono innanzi, questa volta ponderate bene quanto siete effettivamente in grado di mettere sul piatto, altrimenti rischiate di trovarvi con un pugno di mosche e, per di più, pagate a caro prezzo!


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