Scriverei di mondi mai veduti,
d’ineffabili amori, persi nella memoria,
di strani sassi,
di mari profondi più del cielo.
Scriverei come il compositore trasognato,
come il bambino che dipinge le notti,
come il fulmine
o come il gabbiano che stride
nel suo incomprensibile silenzio.
Ma i miei occhi hanno forse veduto,
le mie orecchie udito,
e perfino la pelle
ha mimato le grinze delle ultime foglie.
Dunque rinuncio,
taccio,
preferisco il nulla che gode
alla Babele che s’intorpidisce nei suoi schiamazzi.
Dolce è la notte
che mastica lenta
gli ultimi, immoti brandelli di sole.
Depositata per la tutela legale presso Patamu: certificato
Breve considerazione sul genere poetico crepuscolare
Il genere poetico crepuscolare, noto anche come poesia crepuscolare, è un genere che cattura la bellezza e la malinconia del tramonto e dell’alba. Questo genere esplora spesso temi di transizioni, momenti fugaci e l’interazione tra luce e oscurità. La poesia crepuscolare evoca un senso di nostalgia e contemplazione, poiché i poeti riflettono sul passare del tempo e sulla natura transitoria della vita.
Autori di spicco del genere poetico crepuscolare includono Robert Frost (1864 – 1973), la cui poesia “Stopping by Woods on a Snowy Evening” cattura magnificamente il fascino tranquillo e misterioso di un crepuscolo invernale. Emily Dickinson (1830 – 1886) è un’altra figura notevole in questo genere, nota per le sue poesie introspettive e meditative che spesso ruotano attorno a temi della natura e della mortalità.
Gli scenari comunemente rappresentati nella poesia crepuscolare includono passeggiate solitarie al crepuscolo, la luce che svanisce su un paesaggio tranquillo e la sottile bellezza dei momenti quotidiani che spesso vengono trascurati. La poesia crepuscolare invita i lettori a fermarsi e ad apprezzare la delicata bellezza del crepuscolo, incoraggiando la contemplazione e l’introspezione.
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